Gli
strumenti della Radioestesia
Gli strumenti usati in Radioestesia sono stati e sono molti, di
varia foggia e dimensione.
Nel continente Europa i principali sono i seguenti.
Strumenti umani e
bio-fisici
Il diagramma di flusso della cronistoria permette di seguire il
processo storico della sequenza di successione per
l’applicazione dei vari strumenti umani e bio-fisici
nella radioestesia e geobiologia.
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1
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La
mano e il braccio dell’uomo
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È lo
strumento umano più antico in assoluto.
L’uomo
usa la mano[1]
ed il braccio per qualsiasi operazione e certamente è stato
quello che ha permesso al primo individuo di scoprire la
risposta del corpo a qualcosa
che cercava da sempre: l’acqua, che significava la
sopravvivenza in un mondo di paura e di caccia fra animali e fra
animali e uomo.
La mano esprime l’idea di potenza e di
dominio[2],
per cui essa serve a conoscere cose nuove e a poterle dominare.
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La
mano può muoversi o rimanere ferma.
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2
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La
verga o bastone o bacchetta
La
baguette
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Di legno di nocciolo[3],
di ulivo, o di altri tipi di piante.
Secondo la tradizione va tagliato in una notte di luna calante,
nella stagione primaverile, consistente in un ramo elastico di
idonea dimensione, il quale mantenga per molti mesi la propria
elasticità senza giungere alla rottura durante la flessione
inevitabile della verifica radioestesica.
In
genere ogni anno andava rinnovato.
È lo strumento bio-fisico più antico in uso[4].
Attualmente poco usato in radioestesia, sostituito dal biotensor,
strumento evoluto con la stessa funzione.
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La
verga usata con le due mani compie una rotazione sul proprio
asse orizzontale.
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3
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La
bacchetta forcuta o forcella.
Tipo
naturale
Tipo
artificiale
Tipo
di metallo
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Di legno di nocciolo, di ulivo, o di altro
tipo di piante[5].
Richiede una particolare sistemazione delle braccia vicino al
torace.
È costituita da due bacchette di legno
diritte legate assieme da un lato con un legaccio a formare la
forcella[6].
Risulta molto efficace e di notevole equilibrio nella tensione
dei due bracci.
Sono
di moltissimi tipi, in metallo, con varie dimensioni e forme.
La
risposta è ottima.
Un tipo di forcella metallica con manopole
a cuscinetti, in materiale speciale offre una notevole
sensibilità[7].
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La
bacchetta compie una rotazione verso l’alto o verso il basso.
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4
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Bacchetta ad L o antenna
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È
costruita in metallo, amagnetico, tipo ottone o acciaio, di
opportune dimensioni, piegate a 90°[8].
Sono molto sensibili[9].
Richiede lo stesso tipo di posizionamento della forcella.
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La
bacchetta compie una rotazione sul piano orizzontale anche di
360°.
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5
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Il pendolino[10]
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È uno
strumento molto antico, usato subito dopo l’introduzione della
verga.
La sua
costruzione richiede di adottare alcuni accorgimenti
particolari, che concorrono tutti al buon funzionamento finale.
È costituito da un filo che sospende un
peso, di varia forma. L’oscillazione del peso svolge la funzione
di verifica radioestesica[11].
Particolare importanza assumono il tipo di filo, la sua
lunghezza, il tipo di peso sospeso, la sua forma, il materiale
che lo costituisce.
Il materiale e la forma debbono essere il
meno sensibili all’azione delle radiazioni provenienti
dall’operatore e dal materiale in verifica[12].
Questo
fenomeno chiamato effetto memoria influenza notevolmente
la lettura finale.
I
metodi per togliere l’effetto memoria, o rimanenze, dal
pendolino sono diversi:
-
con le mani dell’operatore usando tecniche particolari;
-
con un altro pendolino;
-
sbattendo ripetutamente il pendolino su una parete
verticale;
-
facendo toccare il pendolino ripetutamente un pavimento in
cemento o di cotto;
-
ponendo il pendolino su un piano di argilla granulare o su
un cristallo di ametista;
-
oppure, quando è possibile, con il classico metodo
dell’immersione in acqua.
Alcuni
tipi di pendolino possono ospitare al loro interno delle piccole
tracce di testimoni utili per l’analisi della lettura.
Il
pendolino è stato molto usato nella radioestesia
del XX sec. in tutto il mondo: nell’ultimo mezzo secolo
ha perso importanza, specie in Italia, per l’introduzione del
biotensor.
A titolo puramente indicativo, poiché i
tipi di pendolino sono moltissimi[13],
vengono elencati alcuni dei più noti.
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Pendoli di varie forme e costruiti con tutti i materiali,
metallici e non, e con cristalli e pietre.
-
Pendoli cavi di varie forme e costruiti con tutti i
materiali metalli e non, con cristalli e pietre.
-
Pendolo Karnak[14]
in legno e metalli.
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Pendolo Iside in legno e metalli.
-
Pendoli rilevatori di radiazioni
infrarosse-ultravioletti.
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Pendolo maxi, a pila cosmica.
-
Pendolo rilevatore per agopuntura.
-
Pendolo universale[15]
di Chaumery e De Belizal.
-
Ecc., ecc.
Un
accenno superficiale al famoso pendolo universale di Chaumery e
De Belizal, costruito nel 1936, legato ad una forte dose di
mistero, sia per la semileggenda della sua costruzione sia per
la effettiva difficoltà di utilizzo sia per la presenza del
famoso raggio verde negativo. Il pendolo è molto complicato sia
come tecnica costruttiva e sia come teoria di funzionamento.
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Il
movimento è quello del verso longitudinale e trasversale,
circolare destrorso e sinistrorso, e immobile.
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6
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Biotensor o
biotester
Biotensore
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Lo
strumento è di derivazione dalla verga. Non si hanno notizie
precise sul suo uso nell’antichità.
Era
usato un po’ in tutto il mondo come verga o bastone. Sembra
possa risalire alla civiltà dell’Egitto ed a quella antica
cinese, per alcuni ritrovamenti archeologici.
Prima
di giungere al biotensor si è andato sviluppando un processo di
formazione dell’uso di questo strumento.
Il tipo attualmente diffuso ed il nome sono
opera del medico tedesco Josef Oberbach[16],
un eccletico ricercatore, studioso del bio-plasma.
Lo
strumento è stato descritto in due pubblicazioni dello stesso
Oberbach, ed è un suo risultato di un processo dovuto alla
sperimentazione nel campo del bioplasma.
La sua
introduzione commerciale risale agli anni ’70 del XX sec.
È uno
strumento composto e complesso, ed è costituito dalle seguenti
tre parti principali:

il
manico. Può essere costruito con vari materiali, metallici e
non. La caratteristica fondamentale è quella di assorbire e
trasmettere il meno possibile le radiazioni umane e del mondo
circostante. I manici in metallo vanno soggetti alla doratura
per evitare l’effetto memoria. Il manico richiede l’introduzione
di accorgimenti costruttivi molto sofisticati. La variazione
della lunghezza dell’asta è resa possibile dalla applicazione
all’interno di un pistoncino fissato all’asta di acciaio. Questo
consente una regolazione in lunghezza, che modifica la
vibrazione, talvolta necessaria.
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l’asta di acciaio flessibile. Costruito in acciaio armonico,
deve presentare una sufficiente elasticità e resistenza. Non
deve subire l’effetto memoria.
-
il sensore finale. Questa parte è
fondamentale per il perfetto funzionamento del biotensor. A
seconda della forma e del materiale impiegato varia la
sensibilità dello strumento e il suo specifico impiego.
Importantissima è la sua forma, poiché emette radiazioni
particolari in base al disegno[17].
Per il perfetto funzionamento sono necessarie delle
proporzioni dei tre componenti e del loro peso. Queste
proprozioni sono molto studiate dai vari costruttori.
Qualora si debbano verificare delle micro energie occorre
introdurre l’artificio del collegamento a mezzo filo di rame
isolato fra il campione da misurare ed il manico del
biotensor. Questo accorgimento convoglia direttamente le
vibrazioni sulle parti ricettive della mano, senza alcuna
dispersione, consentendo, in tal modo, una lettura finale
più precisa.
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La
posizione di funzionamento è a O, cioè sempre orizzontale,
oppure ad I con il sensore verticale.
I
movimenti sono: verticali ed orizzontali, con rotazione
destrorsa e sinistrorsa.
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7
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Lecher
antenne
o
antenna Lecher
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Costruito dal Dott. Schweiter, austriaco, sfrutta il corpo umano
per il suo funzionamento.
Il
nome è in onore del fisico austriaco Ernesto Lecher , professore
di fisica sperimentale all’Università tedesca di Praga.
Il suo
uso ed il funzionamento è molto complesso.
Lo
strumento è dotato di una scala graduata, che permette di
verificare, con un riferimento preciso, il valore delle
radiazioni da misurare.
L’aggiunta di opportuni magnetini permette la polarizzazione.
Il
principio di funzionamento è basato sul fenomeno fisico della
risonanza. Consente la ripetibilità nel tempo della misurazione
di un valore di radiazione, mediante un confronto fisso sulla
scala.
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